Al mondo esistono moltissimi tipi di legni, ognuno dotato di caratteristiche peculiari che lo rendono unico nel suo genere e ideale per determinate funzioni. Tra queste caratteristiche, la durezza è tra le principali, in quanto ci permette di poter classificare con cura e precisione le molte tipologie, categorizzandole con precisione.
Conoscere la durezza di un legno ci permette di determinare quanto questo sarà impegnativo da lavorare, così come se sarà più o meno per realizzare ciò che abbiamo in mente di costruire.
Durezza del legno, una definizione
Per durezza del legno si intende la proprietà specifica del legno che indica la sua resistenza alla penetrazione. Deve essere determinata seguendo dei precisi procedimenti e le indicazioni imposte dalla norma UNI EN 1534. La durezza viene determinata dall’entità dell’impronta del carico rilevata nel legno, normalmente misurata mediante una sfera d’acciaio. Minore sarà l’entità dell’impronta generata, maggiore sarà la durezza del legno.
Un dettaglio fondamentale, tuttavia, è quello di tenere sempre a mente che il legno è un materiale vivo. Per questo, nel tempo, la sua struttura potrà subire inevitabili trasformazioni che potrebbero richiedere nuove valutazioni della sua durezza.
Legni più duri e legni più morbidi, una classificazione
Come avevamo già illustrato in questo precedente articolo, il mercato del legname è oggi sempre più esteso, cosa che ci permette di accedere a una varietà di legname sempre maggiore.
Tra queste varietà, quelle più comuni di legno duro (qui avevamo già spiegato come riconoscerlo) sono le seguenti:
- Quercia
- Sorbo
- Platano
- Acero
- Frassino
- Corniolo
- Olivo
- Rovere
Lo stesso vale anche per i legni più morbidi, presenti in tutto il mondo. Si tratta prevalentemente di conifere, caratterizzati da colori più chiari rispetto ai duri.
Tra i legni morbidi più diffusi sul mercato della falegnameria possiamo individuare:
- Abete
- Pino
- Larice
- Pioppo
- Ciliegio
- Sambuco
Legni mediamente duri, il castagno
Il nostro castagno è, invece, un perfetto esempio di legno che si trova a metà nella sopraccitata classificazione macroscopica.
Le sue particolari caratteristiche, come l’eccellente resistenza all’umidità, lo rendono un legno sicuramente duro, ma anche flessibile e particolarmente resistente alle intemperie e all’umidità, soprattutto se essiccato.
Proprio per questi motivi, il legno di castagno rappresenta da sempre un eccellente esempio di materiale adatto a molteplici situazioni, in particolare nell’edilizia e nella realizzazioni di mobilio, dove il castagno riesce a esprimere il suo vero potenziale.
Tra le sue altre caratteristiche principali, anche la già citata flessibilità. È grazie a questa qualità che il legno di castagno si rivela essere anche un eccellente materiale per la realizzazione di tetti e solai.
Ultima, ma non per importanza, anche la bassa necessità di manutenzione e la conseguente longevità, che contraddistinguono questo legno rispetto a molti altri anche in termi di risparmio economico sul medio e lungo periodo.